Opere
Conte Mario
Mario Conte, come ha scritto nella sua nota biografica, ritiene “superflui i curricula e più interessanti i perché e come, anziché i dove e i quando”. Ha iniziato a dipingere negli anni Cinquanta ed è giunto negli anni Settanta a lavori concettuali dovuti all’operare con il computer dai quali trae poetiche epistemiche. Nel 2000 l’interesse si rivolge al paradeisos quale primigenio laboratorio creativo presentando Tavole Scritte, poi Piccoli Paradisi, Consequentia Mirabilis e In Giardino Quando Sumus. E i “più recenti lavori, sempre sublimazioni dei contemporanei laboratori biotecnologici quali riproposizioni dell’ancestrale paradeisos, si appropriano dell’estetica tecnologica delle motherboard come prodromi a futuri incontenibili e avatar non antropomorfi posti oltre la virtualità angustiante e surrogatoria del web. La realizzazione intenzionalmente pittorica respinge l’adeguamento all’uso meramente febbrile di sistemi banalizzati dal quotidiano privilegiando, della contemporaneità, con la persistenza della pittura, non i mezzi, ma l’essenza concettuale”. Mario Conte è un pittore attualmente di impronta astratta e concettuale che lavora su progetti compositivi in cui si esplicita chiaramente la sua severa critica nei confronti della società del nostro tempo, sempre più alienata e sottratta alla sua umanità dai sistemi di comunicazione informatizzati.