Bianchi Ego
Ego Bianchi (Castel Boglione d’Asti 1914 – Cuneo 1957), al quale è intitolato il Liceo Artistico della Città di Cuneo, è una delle personalità artistiche più significative del cuneese ma forse anche una delle più dimenticate.
Frequenta l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino con i maestri Giacomo Grosso e Cesare Maggi. Nel 1940 vince un premio-acquisto della Società Piemontese di Belle Arti, ma nello stesso anno si ammala di tisi ed è costretto a un soggiorno nell’Istituto Climatico di Robilante, dove continua a dipingere e inizia a scrivere un taccuino di appunti sull’arte e di pensieri filosofici. All’Accademia incontra Maddalena Rolando ne, detta Dada. Lui, che lavorava alla Banca d’Italia di Torino, frequentava l’Accademia nei corsi serali, lei era una gio- ane studentessa.
A Cuneo, nel 1945, si tiene la sua prima esposizione personale. Per motivi di salute è ricoverato in seguito a San Lorenzo al Mare (Imperia), e nel 1947 inaugura due fortunate mostre, una a Savona e l’altra a Sanremo, poi l’anno successivo fa ritorno a Torino. Proprio in quell’inverno Ego e Dada si ritrovarono a Villa Novaro, casa di cura sulla Riviera Ligure di Ponente, dove entrambi erano in convalescenza dopo la tubercolosi. Il comune interesse per la pittura li unì dapprima in una tenera amicizia, poi in una relazione amorosa. Lui si afferma nella pittura, nel disegno e nella ceramica, diventando amico di grandi artisti italiani ed internazionali del primo Dopoguerra. Dada, che dipinge da sempre, diventerà la sua spalla e la sua memoria.
Nel 1949 inizia a frequentare a Milano l’ambiente artistico di “Corrente”. Nuovamente ricoverato a Robilante, la sua attività artistica prosegue intensa; inizia a interessarsi di ceramica e si trasferisce per un lungo soggiorno a Monaco, in Costa Azzurra, dove frequenta Bruno Cassinari, artista di “Corrente” che ha uno studio presso il Museo Grimaldi ad Antibes. Conosce pittori e ceramistia Vallauris e lavora nell’atelier Madoura,dove conosce Picasso. Nel 1952 partecipa alla prima mostra di ceramica d’arte italiana, Concorso Mastro Giorgio, a Messina, dove con il pannello Trinacria vince il primo premio ex aequo. Nel 1954 è invitato alla Triennale di Milano e premiato al Concorso nazionale di Suzzara.
Muore improvvisamente nel pieno vigore della sua capacità artistica il 19 novembre 1957.
La sua breve avventura artistica, stroncata da una grave malattia polmonare, ha avuto come punti di riferimento il paesaggio post-impressionista e fauve e le figure mitologiche picassiane, queste seconde prevalenti nei disegni a puro contorno degli anni cinquanta. Le ultime opere sono Bateaux un po’ surreali che viaggiano nel mare dell’interiorità mitica. Notevole è la sua produzione ceramica, sviluppatasi nella fucina di Tullio d’Albissola, ove l’artista, cuneese d’adozione, ha avuto la possibilità di incontrare il fior fiore dell’avanguardia europea.